Gli Istituti scolastici ITCG E IPSIA di Trebisacce hanno organizzato giorno 7 giugno 2012 un Convegno sui Sette Vizi Capitali ed in particolare sull'IRA: “Viaggio intorno all’Ira:dai primi balbettii all’ultima parola”. Presentiamo la relazione di Don Joseph Vanson, bioeticista, sacerdote Chiesa Madre S. Nicola di Mira di Trebisacce.
* * *
L'IRA
“…una passione che fa perdere il controllo...”
di
Sac. Don Joseph VANSON
07/06/2012
L’ira è uno dei sette vizi capitali. <<Il vizio, stando all’autorità di S. Agostino, è ciò che rende l’animo cattivo e S. Tommaso cita Cicerone, il quale afferma che il vizio è un abito o un’affezione spirituale che rende incostante ed incoerente tutta la vita…>> (Cfr. Vademecum di Teologia morale, p.16). <<Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l’avarizia, l’invidia, l’ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia>>(CCC= Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1866).
Secondo S. Agostino: <<Ira è un disordinato e furioso trasporto dell’anima congiunto ad amara vendetta: è grave quando si sorpassa l’uso della ragione, e quindi contraria alla giustizia e alla carità…>>(Cfr. Vademecum di Teologia morale, p. 18-19). Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che: <<L’ira è un desiderio di vendetta>>(n. 2302). Si manifesta come reazione violenta a una contrarietà fisica o morale che suscita un desiderio di vendetta e di punizione nei confronti del responsabile. Se l’ira si spinge fino al proposito di uccidere il prossimo o di ferirlo in modo brutale, si oppone gravemente alla carità: <<Chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio>> (Mt, 5,22).
La parola “ira” nella Bibbia compare per ben 333 volte. Per 291 volte nell’Antico testamento e 42 volte nel Nuovo Testamento. È usato come l’ira dell’uomo, a volte come l’ira di Dio (antropomorfismo), e a volte come l’ira degli Angeli.
Iniziando dal libero della Genesi troviamo la parola “ira”, quando Giacobbe ruba al gemello Esaù la benedizione e la primogenitura. Esaù pensa di uccidere suo fratello Giacobbe. Allora la mamma di Giacobbe temendo l’ira del figlio Esaù, disse a Giacobbe: <<Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. Rimarrai con lui qualche tempo, finché l’ira di tuo fratello si sarà placata>>(Gn, 27, 43-44).
Nell’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia, troviamo la visione di Giovanni apostolo quando parla di Cristo vittorioso. <<Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalca si chiama Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui.
È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono sui cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa di Dio, l’Onnipotente>>. (Ap 19, 11-15).
Tutti abbiamo qualche cosa che ci porta all’ira, ad arrabbiarsi perché tutti abbiamo delle intolleranze, delle debolezze o qualche vecchia ferita non completamente rimarginata. Spesso, infatti, quando ci arrabbiamo, non è per il fatto contingente, ma per qualche cosa d’altro, di più “antico”, dimenticato forse. E così, la classica “goccia che fa traboccare il vaso” e ci fa esplodere. <<L’ira è, per lo più, il principio della pazzia>> (Cicerone). <<Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti>> (Qoélet 7, 9).
E allora cosa fare? Reprimere la rabbia? La rabbia, come le altre passioni, è una dinamica del corpo che lo danneggia sia quando è eccessivamente compressa, sia quando è scatenata senza limiti.
Alcuni suggerimenti per vincere il vizio dell’ira:
<<Non ti associare a un collerico e non praticare un uomo iracondo, per non abituarti alle sue maniere e procurarti una trappola per la tua vita>> (Proverbi, 22,24).
<<Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira. Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza>> (Giacomo apostolo 1,19-20).
<<Lascia l’ira, abbandona l’orgoglio, passa oltre ogni legame. Colui che come cocchio ruzzolante sa frenare la collera sopraggiunta, quello io chiamo auriga; tutta l’altra gente tieni-briglie. Con la gentilezza si vinca l’ira, la malvagità con la bontà. Guardati dall’azione commessa nell’impeto dell’ira: sappi frenare il tuo dire. Guardati dal pensiero concepito nell’impeto dell’ira: sappi frenare il tuo pensiero>> (Buddha).
<< Noi eviteremo di adirarci se, di tanto intanto, richiameremo alla nostra mente tutti i vizi dell’ira e giudicheremo questa per quel che è. Dobbiamo fare il processo all’ira, condannarla, indagare i suoi misfatti, portarli alla sbarra; perché appaia quale è e bisogna paragonarla ai peggiori tra i vizi…un uomo iracondo quanti schiavi ha spinti alla fuga, quanti alla morte! Quanto più ha perduto adirandosi, di quanto valeva ciò per cui si è adirato! L’ira porta lutto al padre, divorzio al marito, odio al magistrato, sconfitta al candidato. È peggio della lussuria, perché questa gode del proprio piacere, quella dell’altrui dolore…>> (Lucio Anneo Seneca).
<< Ho fatto un patto con la mia lingua; essa deve tacere, sempre, finché il mio spirito è eccitato. Ha licenza di parlare soltanto quando ho riacquistato la serenità>> ( Francesco di Sales).
E termino con S. Giovanni << Se riconosciamo i nostri peccati, Dio li perdonerà, perché egli mantiene la sua parola. Egli ci libererà da tutte le nostre colpe, perché è buono>> (1 Gv, 1,9).
Un sentito grazie a tutti quelli che ascolteranno questa piccola relazione.
Spero che possa essere di qualche aiuto spirituale a tutti.
Sac. Joseph Vanson