Trebisacce-Ospedale: martedi sopralluogo della Commissione Sanità della Regione
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Martedi 20 luglio, alle ore 19.00, i membri della III Commissione Sanità della Regione Calabria saranno presso l’Ospedale Zonale di Trebisacce per un sopralluogo che faccia luce sullo stato dell’arte e sulle condizioni generali del presidio ospedaliero, alla luce delle decisioni che il governo regionale andrà ad adottare. Ne ha dato notizia al sindaco di Trebisacce Mariano Bianchi, il consigliere regionale Gianluca Gallo dell’UDC nelle vesti di componente della III Commissione Sanità oltre che di sindaco di Cassano Jonio. Una visita, quella dei commissari della Regione, che potrà avere una ricaduta decisiva sul destino dell’ospedale. «Si tratta – ha detto Bianchi – di un sopralluogo e di una verifica di carattere “tecnico” che precederà gli incontri politici ed istituzionali da noi richiesti, sia a livello personale che come coordinamento dei sindaci del comprensorio, anche alla luce della discussione in corso sulla redistribuzione della rete ospedaliera». Il fatto che finora non ci siano stati riscontri alle varie richieste di incontro con il governatore Scopelliti per discutere del destino dell’ospedale di Trebisacce, non significa infatti che la Regione non si sia occupata del destino degli ospedali e quindi della rideterminazione della rete ospedaliera alla luce del Piano di Rientro di cui la stessa regione si è fatta carico. Un Piano che, come si ricorderà, redatto dalla Giunta uscente e accettato dal Governo, faceva salvo il Chidichimo sancendone il ruolo di ospedale “di confine, per acuti e non”. Da allora però molte cose sono cambiate: il Governo ha messo il veto sui fondi FAS che potevano servire per azzerare il deficit, costringendo il governo regionale a … stringere la cinghia ed a fare leva su una maggiore fiscalità a danno dei cittadini e nel frattempo un’apposita commissione di “saggi” ha fatto i conti in tasca alla sanità calabrese scoprendo una voragine debitoria che mette oggi la Regione nella condizione di dover sacrificare alcuni ospedali o, quantomeno, di dover tagliare alcuni servizi. Con il rischio che a pagare siano sempre le aree più deboli e più emarginate. Anche per il Chidichimo dunque si è acceso il codice rosso, anche perché le diatribe e le divisioni tra gli attori della difesa dell’ospedale hanno rotto il fronte unitario e fatto disperdere energie e risorse. Ora però non è tempo per fare battaglie di retrovia: il nodo è venuto al pettine e la speranza è che nessuno si debba pentire di aver contribuito a rompere il fronte unitario per sola mania di protagonismo. ( Pino La Rocca)