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  03 settembre , 2010       redazione       Arte, Attualità, Recensioni   

JENNU BRIGANNU

di Leonardo Guerrieri

 

Sibari – Con "Jennu Brigannu", Storie di briganti calabresi, va in scena domenica prossima, 5 settembre, alle ore 21,30, sullo sfondo delle rovine del Parco Archeologico dell’antica Sibari, il sesto e ultimo spettacolo della VII° edizione del Magna Grecia Teatro Festival, targato Angelo Spocci. Ultimo appuntamento dunque nel segno del teatro calabrese con una storia scritta da Vincenza Costantino e portata in scena da Dante de Rose, Manolo Muoio, Ernesto Orrico, Francesco Votano, per la regia di Ernesto Orrico. Le musiche dal vivo sono curate da Serena Ciofi. Mentre la collaborazione artistica è di Nino Racco.

Il testo è incentrato naturalmente sul brigantaggio e rileva i vari punti di vistati in ordine al fenomeno con l´obiettivo di svelare i limiti presenti in una lettura manichea del fenomeno. Ne parlano in scena quattro uomini con i modi di cui sono capaci. Ne parlano mischiando la Grande Storia dell'Unità d'Italia con le storie riportate da testimonianze inedite o inventate, intrecciando cronache, leggende e un po' di spensierato "sentito dire".

I briganti non erano solo farabutti ma neanche solo eroi da leggenda, erano innanzitutto uomini che avevano scelto, o erano stati costretti a scegliere, di stare fuori della legge e dalla cosiddetta comunità civile, pagandone poi il prezzo più alto. Accanto a storie note e divenute parte della cultura popolare, ci sono storie di tanti senza nome, che si sono fatti briganti per seguire un sogno, un´ideale, per una vendetta, un motivo d´onore, o solo per sfuggire la fame.

Il racconto dispiega così una storia frammentata e contraddittoria, che si sviluppa parallelamente a quella ufficiale e alle vicende della Calabria contemporanea. Il dialogo fra passato e presente è continuo, la cronologia netta degli eventi cede il passo alla poesia, i documenti storici sconfinano nei deliri e nei sogni di chi il brigantaggio l´ha vissuto per interposta persona, senza agire, senza scegliere, ma continuando a raccontarlo, in qualche maniera, a cantarlo.

Leonardo Guerrieri