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  22 luglio , 2010       redazione       Attualità   
MUNDO - SCRIVE AL CORRIERE DELLA SERA

Pubblichiamo volentieri l'intervento del consigliere provinciale, Avv. Mundo. E' una disamina sul problema sanità. E' altresì una risposta al Corriere della Sera per l'articolo pubblicato sulla morte della neonata.  Nel contempo, però, l'intervento chiarisce i fatti per come si sono svolti e rovescia le inesattezze contenute nel pezzo  

                                                                                                                                                                                            Avv. Francesco Mundo

 

Consigliere provinciale
Via Vivaldi, 5 - Trebisacce (CS)
Telefax:0981 500789; 507518
 
Sig. Presidente Giunta Regionale
On.le Giuseppe Scopelliti – CATANZARO
 
Spett.le- CORRIERE DELLA SERA
MILANO
 
Oggetto: ospedale di Trebisacce; morte neonata.
 
 Le notizie apparse su alcuni organi di stampa ,tra cui il Corriere della Sera, lasciano sgomenti , sbigottiti e destano sconcerto,non solo per la tragedia che ha colpito una famiglia per colpa e negligenza di alcune persone ,ma soprattutto per le notizie distorte ed errate che parte della stampa regionale e nazionale sta diffondendo sull’ospedale di Trebisacce.
L’impotenza e la rabbia mi inducono a fare alcune precisazioni e riflessioni ,anche in virtù del ruolo che ricopro e soprattutto nella qualità di cittadino di Trebisacce, e contestare fortemente coloro che vogliono far apparire drammatica la situazione dell’ospedale di Trebisacce, più di quanto lo sia .
Le corrispondenze dei giornali e in particolare l’articolo pubblicato a pag. 19 del Corriere della Sera,dal titolo :“Fili elettrici scoperti e carenze igieniche così scattarono i sigilli”, non danno la vera dimensione  della verità e dei fatti,soprattutto se si considerano le avventate dichiarazioni di Leoluca Orlando che si limita solo a fare passerelle senza conoscere veramente i problemi e la realtà delle strutture.
La città di Trebisacce, gli operatori sanitari e le popolazioni di un vasto comprensorio di circa 60.000 abitanti ,stanno pagando un prezzo sociale,economico e di tutela della salute, altissimo.
L’ospedale sito a ridosso della SS 106 ionica ,a trenta chilometri dal confine nord con la Basilicata ,è stato aperto nel lontano 1983; ha dato lavoro a centinaia di persone e famiglie dell’indotto, ma soprattutto ha salvato migliaia di vite umane e dato alla luce migliaia di bambini.
La morte della neonata di Amendolara,peraltro verificatasi lungo il viaggio da Rossano a Cosenza, è da ascrivere essenzialmente alla mala gestione politico amministrativa della sanità in Calabria  e non certamente alle carenze strutturali denunciate e/o agli operatori dell’ ospedale di Trebisacce, dove dal luglio 2009 sono stati sospesi i ricoveri in chirurgia e ostetricia perché le sale operatorie dovevano essere ripristinate ,mentre rimangono funzionanti le altre divisioni e servizi.
Alcun sigillo è stato apposto alla struttura. La verità è che nonostante il piano di rientro, approvato anche dal Governo, preveda che Trebisacce rimanga tra gli ospedali per acuti e non,la giunta guidata da Scopelliti, ad oggi,  non ha adottato alcun provvedimento concreto e  sta solo cercando di farlo morire di morte naturale: non è possibile che per sostituire alcuni fili,una lampada scialitica e una batteria per il gruppo di continuità, trascorrano mesi e addirittura anni,mentre altrove avvengono in pochi giorni. Purtroppo la colpa è anche di qualcuno che ha gestito la vicenda con superficialità e incapacità politico-amministrativa! Questa la verità!
 Le prescrizioni dei NAS del  7.7.2009 (vedi allegato)  richiamate dai giornali, sono incomplete ed errate,anche nelle conseguenze. Infatti  il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza con delibera 14.7.2009(che si allega),    ha solo disposto la rimodulazione degli ospedali,tra cui Trebisacce,sospendendo i ricoveri nelle divisioni di Chirurgia generale , ostetricia e ginecologia. Tanto è vero che in seguito,con delibera del 16.11.2009 n° 1200, ha prima indetto una gara di appalto per la ristrutturazione delle sale operatorie e poi per tutto il blocco operatorio,senza però dare seguito ai lavori appaltati.
Quanto riportato dai giornali circa bisturi arrugginiti, fili elettrici scoperti e altre carenze,in parte  non corrisponde al vero. Tutte le anomalie riscontrate non sono state risolte per grave e insensata scelta politica. Sarebbero bastati poche migliaia di Euro e  un incarico “in somma urgente”,come avviene in caso di necessità per le P.A. , e tutto sarebbe stato risolto in pochi giorni senza attendere tempi lunghissimi e soprattutto forse avrebbe evitato la tragedia.
La cosa più grave è che di tutta la vicenda, l’Ospedale di Trebisacce e la città  stanno pagando le conseguenze di una pubblicità negativa che si ripercuoterà anche sulle attività future e soprattutto sulle scelte politiche che saranno operate e che mi auguro non penalizzino ulteriormente il Guido Chidichimo e che  nessuna decisione venga assunta sulle onde  dell’emotività. La struttura dell’ospedale di Trebisacce è idonea certamente  ad erogare  prestazioni assistenziali  di buon  livello sia nelle Divisioni attive che in quelle momentaneamente sospese.
La particolare e strategica posizione geografica consente peraltro alla regione Calabria di evitare ulteriori spese per migrazione sanitaria verso la Puglia e la Basilicata, oltre che soddisfare le esigenze di un vasto territorio con numerosi piccoli paesi interni che gravitano su Trebisacce .
Purtroppo ad oggi, la Regione ,pur avendo nominato un nuovo commissario all’ASP di Cosenza ,subito dopo le elezioni regionali, non ha ancora   inteso procedere con urgenza all’esecuzione dei lavori nelle sale operatorie per attivare le divisioni chirurgiche e quindi anche Ostetricia e ginecologia.
A nulla sono valse in questi mesi tutte le sollecitazioni al Presidente della Regione e le richieste di avvio dei lavori. Lo stesso Scopelliti non ha mai inteso incontrare gli organi istituzionali del comprensorio e la rappresentanza elettiva.
I dati forniti dalla Giunta Regionale nei giorni scorsi dicono che in Calabria ancora esistono ospedali identici con 20/30 posti letto nell’arco di pochi chilometri. Trebisacce non è certo tra questi e né tanto meno, per come dichiarato da Scopelliti ,si trova nello spazio di trenta chilometri da altri ospedali .Quello più vicino di Corigliano dista circa 50 chilometri.
La tragedia di questi giorni conferma che in effetti l’ospedale di Trebisacce deve rimanere aperto e funzionante. Sicuramente se le sale operatorie fossero state ripristinate in tempi brevi,forse la bambina sarebbe stata salvata senza perdere tempo per trasferirla in ospedali più lontani.
Pertanto, sento il dovere di sollecitare il Presidente della Giunta Regionale ad incontrare gli organi istituzionali locali ed autorizzare il commissario dell’ASP ad avviare immediatamente i lavori di ripristino e di adeguamento del blocco operatorio, per evitare in futuro il ripetersi di altre tragedie come quella subita dai genitori di Amendolara ,a cui va  il nostro pensiero, ma soprattutto il rinnovato impegno a gridare con forza che l’ospedale di Trebisacce non venga chiuso.
Trebisacce lì 20.07.2010                                                                 
Avv. Franco MUNDO