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  23 maggio , 2010       piero.devita       Arte, Attualità   
CANNES - LA CALABRIA DI FRAMMARTINO

 

 

LA CALABRIA A CANNES   ( ....e anche la PITA di ALESSANDRIA DEL CARRETTO)

DOCUFILM  " LE QUATTRO VOLTE"  di Michelangelo FRAMMARTINO

 

«Sono felice per l’occasione che La Quinzaine ha voluto concedermi. Io sono calabrese, anche se cinematograficamente sono cresciuto a Milano. Milano e la Calabria per diversissime ragioni non posseggono una vera e propria cinematografia; è per me, quindi, ancora più un piacere che un film “calabro–milanese”, sia stato selezionato da una rassegna così importante».

Il regista Michelangelo Frammartino ha così commentato l’invito ricevuto dai selezionatori della Quinzaine des Réalisateurs a partecipare alla 63ª edizione del Festival di Cannes, con il suo film documentario Le Quattro Volte. Il film verrà distribuito da Cinecittà Luce. «La notizia della presenza del film di Michelangelo Frammartino alla Quinzaine ci rende orgogliosi» – dichiara Luciano Sovena, Amministratore delegato di Cinecittà Luce – «Si tratta per noi di un’opera speciale, straordinariamente poetica nell’ispirazione quanto rigorosa nelle scelte tecniche e stilistiche. Un’opera che apre una finestra su una realtà locale a una platea globale, con uno sguardo su una natura quasi senza tempo che, nel suo rapporto con l’uomo, è diventata un tema urgente, attualissimo»

Un paese calabrese abbarbicato su alte colline da cui si scorge il mar Ionio in lontananza, un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove le pietre hanno il potere di cambiare gli eventi e le capre si soffermano a contemplare il cielo.  Qui vive i suoi ultimi giorni un vecchio pastore. È malato. Crede di trovare la medicina giusta nella polvere raccolta dal pavimento della chiesa, che beve sciolta nell’acqua ogni sera. Nello spiazzo di terra nera di un ovile, una capra dà alla luce un capretto bianco Il disagio della vita dura pochi istanti: gli occhi si aprono subito, le zampe già reggono il peso del corpo. Lo schermo è riempito da questa nuova presenza. Il capretto cresce, si irrobustisce, inizia a giocare. Il giorno della sua prima uscita inavvertitamente resta indietro rispetto al resto del gregge e  si perde nella vegetazione, fino a quando esausto si abbandona ai piedi un maestoso abete. Il grande albero oscilla nella brezza montana. Il tempo passa,le stagioni cambiano in fretta, il grande abete bianco con loro. Il suono della sua chioma riempie il silenzio. All’improvviso un rumore meccanico.  L’abete giace al suolo. È stato mutilato, ridotto al suo scheletro. Il suo legno bian-co viene trasformato in carbone attraverso il lavoro antichissimo dei carbonai locali.  Lo sguardo si perde nel fumo della cenere. Una visione poetica sui cicli della vita e della natura, sulle tradizioni dimenticate di un luogo senza tempo. Un film di fantascienza senza effetti speciali, che accompagna lo spettatore in un mondo sconosciuto e magico, alla scoperta del segreto di quattro vite misteriosamente intrecciate l’una nell’altra.
CAST
·         costumi: Gabriella Maiolo
·         Fotografia: Andrea Locatelli
·         Montaggio: Benni Atria, Maurizio Grillo
·         Montaggio del suono: Daniel Iribarren in collaborazione con Benni Atria
·         Organizzatore generale: Marco Serrecchia
·         Prodotto da: Gregorio Paonessa, Marta Donzelli, Susanne Marian, Philippe Bober, Gabriella Manfré, Andres Pfaeffli, Elda Guidinetti
·         Produttrice delegata: Francesca Zanza
·         scenografia: Matthew Broussard
·         Scritto e diretto da: Michelangelo Frammartino
·         Suono: Paolo Benvenuti e Simone Paolo Olivero
 

Michelangelo Frammartino nasce a Milano nel 1968. Nel 1991 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, contesto in cui matura l’interesse per la relazione fra gli spazi concreti e costruiti dell’abitare e la presenza dell’immagine, sia essa fotografica, cinematografica o video. Continua ad approfondire la dimensione del visivo alla Civica Scuola del Cinema di Milano, a cui viene ammesso nel 1994, scoprendo in questi anni un ambito di ricerca particolarmente ricco: il campo delle videoinstallazioni, soprattutto nella versione sperimentata da Studio Azzurro. Negli anni di formazione, alterna lavori più tradizionalmente orientati al cinema (una serie di cortometraggi autoprodotti), a lavori più specificatamente orientati alle arti visive (scenografie per film, videoclip e film indipendenti, videoinstallazioni), a interventi nel campo della formazione (corsi nelle scuole elementari e medie, promossi da cooperative di educatori e finalizzati a modificare il rapporto dei giovanissimi con l’immagine televisiva; i corsi hanno portato alla realizzazione di alcune installazioni interattive a circuito chiuso, proiettate in video nel 1997 alla prima edizione di Generazione Media, Palazzo delle Esposizioni di Milano). Nel 1997 si diploma in regia alla Civica Scuola del Cinema e continua autonomamente il proprio percorso di sperimentazione sull’immagine, in particolare riavvicinandosi al cinema, e gestendo per due anni, dal 2000 al 2002, uno studio di produzione cinematografica e video in collaborazione con due soci. Dal 2005 insegna Istituzioni di regia all’Università degli Studi di Bergamo.

Tra le sue produzioni:
Tracce, 1995; cortometraggio sperimentale (video, betasp, colore, 3’); selezionato al Festival di Bellaria 1995
Presenze s-connesse, 1995; videoinstallazione; allestita presso la Sala Mostre del Po-litecnico di Milano e proiettata in video nel 1997 alla prima edizione di Generazione Media, Palazzo delle Esposizioni di Milano
Ora, 1995; installazione interattiva a circuito chiuso; allestita negli spazi espositivi della Civica Scuola di Milano e proiettata in video nel 1997 alla prima edizione di Generazione Media, Palazzo delle Esposizioni di Milano
La casa delle belle addormentate, 1997; videoinstallazione interattiva a circuito chiuso ispirata al romanzo dello scrittore giapponese Yasunari Kawabata; il progetto vince il bando dell’Associazione Filmmaker di Milano per la sezione Le mani sulla città, e viene realizzata ed esposta nella Basilica di San Carlo, per la produzione di Studio Azzurro; nello stesso anno viene selezionata per l’ICC di Tokyo
L’occhio e lo spirito, 1997; cortometraggio (16 mm, colore, 14’); presentato come film di diploma alla Civica Scuola del Cinema di Milano
Film, 1998; installazione interattiva a circuito chiuso ispirata all’opera cinemato-grafica di Samuel Beckett; commissionata dall’Associazione Filmmaker di Mila-no e allestita alla Triennale di Milano nella sezione Invideo ‘98
BIBIM, 1999; mediometraggio in coregia con Cafi Mohamud e con la partecipa-zione degli allievi di una scuola media inferiore (16 mm, b/n, 35’)
Scappa Valentina, 2001; mediometraggio (16 mm, colore, 30’); in concorso al Festival di Bellaria 2001, Milano Film Festival 2001, Visioni Italiane 2001
Io non posso entrare, 2002; cortometraggio (dvcam, colore, 150”); vincitore Festival di Bellaria 2002

Il dono, 2003; lungometraggio (16mm gonfiato in 35 mm, colore, 80’); presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di Locarno, Cineasti del Pre-sente, 2003; Grand Prix d’Annecy Cinéma Italien 2003 – miglior film; 44° Thessaloniki International Film Festival 2003 – premio speciale della giuria (Silver Alexander); Festival International du Film, Belfort 2003 – miglior film straniero; Premio Duellanti 2003, Italia; Festival International du Film d’Amour de Mons, 2004 – migliore sceneggiatura; Tiburon International Film Festival, 2004 – miglior film (Golden Reel Award); Anteprima per il cinema italiano, Bellaria Film Festival, 2004 – Premio Casa Rossa; Split International Film Festival, 2004 – Premio Fipresci; Noordelijk Film Festival, 2004 – miglior film (Matad’or); Festival del cinema indipendente di Foggia, 2004 – miglior film; Warsaw International Film Festival, 2004 – menzione speciale della giuria.

 

Vivo film è una casa di produzione indipendente di documentari d’autore, fondata nel 2004 da Gregorio Paonessa e Marta Donzelli. Un progetto editoriale preciso che l’ha portata in questi anni a realizzare oltre 24 ore di produzione e un catalogo di più di 20 titoli tra cortometraggi, documentari per la televisione  e lungometraggi destinati a una distribuzione cinematografica nelle sale, nei circuiti indipendenti e nei festival italiani e internazionali. Accanto alla attività di produzione, Vivo film è impegnata nella distribuzione sul mercato italiano di un selezionato numero di opere qualità italiane e straniere. In questi anni Vivo film ha collaborato con le principali reti televisive italiane (i canali Rai, Mediaset, Fox) e con alcuni dei principali operatori del settore audiovisivo sia a livello italiano che internazionale.

Tra i partner di Vivo film: Istituto Luce, Rai Cinema, Rai Trade, Rai Teche, la francese INA, The Documentary Channel Canada, Fiat auto,  Comune di Roma, Regione Emilia Romagna, Provincia Autonoma di Trento, Film Commission Piemonte, gruppo Rizzoli, Donzelli Editore. Nel corso del 2007 Vivo film è stata premiata per IL MIO PAESE  di Daniele Vicari con il David di Donatello per il Miglior Documentario di lungometraggio, e per IMATRA di Corso Salani con il Pardo d’Oro - Premio Speciale della Giuria - Concorso Cineasti del Presente del 60° Festival del Film di Locarno.

 

 

Cannes applaude Le quattro volte di Michelangelo Frammartino

Il film del regista italiano, nella sezione Quinzaine des Realizateurs, conquista consensi.

 

Lunghi applausi e tanti consensi. Le quattro volte, diretto da Michelangelo Frammartino, è stato presentato domenica 16 maggio al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Realizateurs. Il film racconta in quattro episodi la vicenda di altrettanti protagonisti. Segue gli ultimi giorni di vita di un pastore, la nascita di un capretto, un abete che attraversa le stagioni, la trasformazione dell’albero in carbone attraverso il mestiere dei carbonai. È la storia, ambientata in Calabria, di un’anima che attraversa quattro vite successive. In sala, in piedi ad applaudire, c’era anche il regista e attore finlandese Aki Kaurismaki.
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Al Festival del Cinema di Cannes 2010 (che si terrà dal 12 al 23 Maggio 2010), oltre al film italiano La Nostra Vita di Daniele Luchetti (film in concorso a Cannes 2010) e il film-documentario Draquila-L’ Italia che Trema di Sabina Guzzanti (che sarà presentato a Cannes 2010 fuori concorso), la presenza italiana si arricchisce con il film "Le Quattro Volte" di Michelangelo Frammartino, film che è stato selezionato dalla Quinzaine des Réalisateurs.

 

IL FILM LE QUATTRO VOLTE: UN FILM-SAGGIO SULL’ ANIMA

Il film Le Quattro Volte si colloca fra documentario e finzione: è un documentario etnografico su alcune zone dell’ Appennino calabrese, ma è anche un saggio sull’ anima. La trama del film Le Quattro Volte racconta in 4 episodi la storia di 4 protagonisti: un vecchio pastore che vive i suoi ultimi giorni; la nascita e le prime settimane di vita di un capretto fino al primo pascolo; la vita di un abete nel corso delle stagioni; la trasformazione del vecchio abete in carbone attraverso il mestiere dei carbonai. La Calabria jonica è lo scenario del film Le Quattro Volte.

Le Quattro Volte
è un film-saggio sull’ anima: l’ anima è l’ invisibile, è il soffio che dà vita ai corpi. I pitagorici davano all’ anima la consistenza della polvere, ed è così che l’ anima viene rappresentata nel film Le Quattro Volte: in un mucchio di granelli raccolti dal pavimento di una chiesa che un vecchio calabrese ingerisce. A quel punto l’ anima prende sembianze umane, e quando l’ uomo esala gli ultimi respiri, l’ anima passa nel corpo di un capretto. Quando il capretto stanco si abbandona nella vegetazione, l’ anima trova una nuova dimora: un grosso abete bianco, e alla fine torna polvere, o meglio fuliggine, quando quell’ albero diventa carbone e viene bruciato in un camino.
Il film Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino è stato già premaito al TorinoFilmLab, il laboratorio collegato al Torino Film Festival che sostiene i talenti emergenti.
Il regista Michelangelo Frammartino, 41enne milanese, con il film Le Quattro Volte è alla sua seconda opera per il cinema, dopo il suo esordio con il film Il Dono (film girato in Calabria, terra d’ origine dei genitori del regista).
 

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Un film di Michelangelo Frammartino. Documentario, durata 90 min. - Italia, Germania, Svizzera 2010. Data uscita al cinema: 28/05/2010.
Un vecchio pastore ammalato conduce con fatica le sue capre al pascolo sui monti della Calabria. La cura che ogni sera beve è data da della terra argillosa che una donna gli consegna nella sacrestia della chiesa dopo averla benedetta e incartata in una striscia di giornale. Una capretta nasce e con fatica muove i suoi primi passi nella vita. Una sacra rappresentazione della Passione di Cristo percorre la via centrale del paese; Un albero della cuccagna viene issato. Il tempo scorre.
 
Calabria: Frammartino selezionato al Festival di Cannes       
Martedì 20 Aprile 2010 19:54 
Una cosa e' certa 'Le quattro volte' fara' ''parlare la natura e le sue cose''. E' quello che dice con orgoglio il regista Michelangelo Frammartino del suo docu-film 'Le quattro volte' selezionato dalla Quinzaine des Ralisateurs della 63° edizione del Festival di Cannes. Ma poi aggiunge con ancora piu' convinzione:''sono contento soprattutto per la Calabria, la mia terra di origine che si vede nel film, e per Milano, dove vivo, che mostra cosi' di avere un cinema vitale''. ''Il luogo, la terra, il paesaggio, diventa in 'Le quattro volte' protagonista, come d'altronde gli animali e le piante'' spiega Frammartino raggiunto telefonicamente a Berlino dove sta missando il film.
 L'autore del pluripremiato  'Il Dono',  aggiunge subito dopo:'' mia nonna calabrese una volta che abbiamo incontrato in campagna una serpe mi disse in dialetto 'vidi chella ha n'anima'. Come scrive poi Dante nel 'Convivio' tutte le cose hanno un'anima e tutte la loro nobilta'. In Calabria non a caso c'e' stato Pitagora che professava l'animismo''. Insomma spiega il regista ''filmare un sasso o un albero puo' essere rivoluzionario, come fu una rivoluzione a un certo punto fotografare personaggi delle classi umili quando fino ad allora ad essere fotografati erano solo quelli delle classi abbienti''. Tra gli episodi uno con protagonista un pastore calabrese ''quelli sempre considerati con sospetto e che non avevano una volta neppure il diritto di testimonianza'', una sorta di medium con la natura e che si cura, spiega Frammartino ''con la spazzatura della Chiesa che lui beve sciolta nell'acqua, un'antica credenza. E l'unico giorno che ne resta privo, il pastore muore''.
Si passa poi alla storia di un capretto seguito dalla nascita fino al suo primo pascolo e poi ancora la storia di un grandissimo abete bianco nel corso delle stagioni e la sua trasformazione in carbone attraverso il mestiere dei carbonai, l'antica arte di trasformare il legno in carbone tra i fumi e le polveri di un cantiere immerso nei boschi di Vibo Valentia. Per fare questo film, girato tra Caulonia, il Pollino e Serra San Bruno, spiega Michelangelo Frammartino ''ho vissuto con carbonai e i pastori cercando di entrare nella loro vita e abitudini''. 
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IL Quotidiano della Calabria/ 19 maggio 2010
La stampa estera promuove il regista calabrese
«Frammartino il nuovo Antonioni»
CANNES – Il film Le quattro volte del regista Michelangelo Frammartino, il regista di Milano ma di origine calabrese, presentato nella sezione della Quinzaine del festival di Cannes ha fatto innamorare la stampa internazionale che ha definito Frammartino il nuovo e inaspettato autore del cinema italiano, quasi un secondo Antonioni.
L’autore, scrive Le Monde, « è riuscito a mettere in scena con splendidi piani sequenza, lo scorrere del tempo in un luogo dove sembra essersi fermato. Un melange inedito di minimalismo narrativo e comicità inaspettata.». Aggiunge Screen International: « Un film praticamente muto di una bellezza e di una originalità folgoranti. Le quattro volte annuncia l’inaspettato arrivo del secondo Michelangelo del cinema italiano». E ancora Variety: «il fluire dell’esistenza scorre attraverso Le quattro volte con immagini straordinariamente attraenti....».
Per Hollywood Reporter: “'E' uno dei film più interessanti della Quinzaine... ci consente di guardare la vita da dietro le quinte, Frammartino si è fermato a catturare il profumo delle rose, degli alberi e dei campi....». E scrive ancora Liberation «Un film innamorato della purezza del tempo capace di arrivare quasi al surrealismo. Ricorda spesso Bunuel».
 Il film, successivo al pluripremiato “ Il dono” è stato girato tra Caulonia, in provincia di Reggio Calabria, Alessandria del Carretto, in provincia di Cosenza e Serra San Bruno, in provincia di Vibo ed è prodotto dalla Vivo Film, Invisibile Film e dall'Istituto Luce in coproduzione con Essential Filmproduktion e la Ventura Film, col sostegno della Calabria Film Commission. ( r. c.)
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