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  31 agosto , 2008       piero.devita       Arte, Tradizioni   
Teatro- Stagione memorabile per la Compagnia L'Albero della Memoria

Servizi sull'evento più bello della stagione artistica a Trebisacce.

(...nonostante i pochi mezzi e le poche risorse a disposizione...e le disattenzioni )

Stagione teatrale memorabile per la cultura di Trebisacce. Strepitoso successo della commedia Giovani e Anziani- Ciucci a mminze i sùni. La Compagnia Teatrale di Trebisacce " L'Albero della Memoria riempie le piazze il 13 agosto (piazza della Repubblica), il 26 agosto per la Replica dello spettacolo a piazza San Martino. L'alto gradimento della gente, la massiccia partecipazione alle serate è il segno della sensibilità della nostra comunità verso la cultura e verso i giovani attori.

 

Tutti figli della Bella Trebisacce che avanza e della Bella Umanità delle famiglie.

 

 

 

 

IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA

"L'ALBERO DELLA MEMORIA CHIUDE IL FESTIVAL DEL MARE"

IL DIALETTO E L'IDENTITA' POPOLARE

 

Trebisacce, 27.08.08

Una piece teatrale in dialetto trebisaccese, scritta da Piero De Vita ed interpretata dalla compagnia locale “L’albero della memoria”, ha concluso le manifestazioni estive del “Festival del mare 2008”. Piazza San Martino, nel centro storico cittadino, ha rappresentato la location naturale di una commedia dialettale finalizzata al recupero e riproposizione delle tradizioni della locale cultura popolare e degli aspetti identitari della comunità: dialetto, ciclo della vita umana, arte del conversare, vissuto quotidiano, lavoro e mestieri, esperienze generazionali, luoghi e occasioni di aggregazione, saggezza popolare, concezioni del mondo e della vita, anche attraverso la tecnica e lo scandaglio dell’ironia e del sorriso. Dedicato al rapporto tra giovani ed anziani, “Ciucci a mminze i sùni” (Asini tra i suoni), che nel lessico popolare richiama situazioni di disagio, racconta la storia di una coppia di anziani, Gaitàno (Filippo Garreffa) e Pippinella (Francesca Paolino), costretta dalla figlia Maria (Maria Ardis) a lasciare il centro storico, la propria casa, il vicinato, i ritmi di vita quotidiana e a trasferirsi in marina, in un appartamento, in un condominio.  Maria, impiegata statale, è separata di fatto e il marito da quando ha lasciato la famiglia non ha dato più segni della sua presenza né ha più cercato i tre figli, Rosita (Teresa Ugolini), Antonio (Antonio Chiarazzo) e il piccolo Simone (Ludovico Noia). Per mandare avanti la casa chiede aiuto ai genitori. Gli anziani vivranno la nuova realtà e la nuova quotidianità in rapporto diretto coi tre vivaci nipoti. Si attiveranno per accudirli nel migliore dei modi, rinunciando per questo, alla loro dimensione lenta e tradizionale. Restano disorientati dalle abitudini, vizi, mentalità e comportamenti dei giovani. Subiscono ritmi, rumori. Sono turbati e tormentati dalle invasioni della società contemporanea. Vanno in crisi. Sono riportati allo loro vecchia mentalità e rievocazioni del passato, dalle visite di parenti ed amici del centro storico. Ciò non basta a rinfrancarli e sovente, provati e scoraggiati, manifestano la volontà di abbandonare tutto e tornare nella vecchia dimora in paese. Tentano di passare ai nipoti, saperi, cultura, saggezza. Rosita e Antonio, in particolare, prigionieri del proprio mondo, non sono interessati agli insegnamenti dei nonni. Tuttavia giungerà il momento in cui “giovani e anziani” troveranno un punto di incontro e di complicità. I nonni si adegueranno, con le dovute cautele, alle mentalità giovanili e i nipoti cominceranno ad accogliere i consigli, ad apprezzare la cultura tradizionale, quella forte e valida eredità, per affrontare meglio il futuro. Infine, grazie alla mediazione dei nonni e dei ragazzi, il papà ritornerà a casa e tutto il quadro familiare si ricomporrà. Apprezzata la recitazione di tutto il cast e della dottoressa Rita Trinchi, anestesista presso l’ospedale di Trebisacce, che si è prestata a recitare la parte del medico. A conclusione della manifestazione, il sindaco Mariano Bianchi e gli assessori Antonio Cerchiara e Giuseppe Tarsitano, si sono pubblicamente complimentati con gli attori, assicurando sempre più attenzione al progetto teatrale promosso da Piero De Vita. (Franco Maurella)

 

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CALABRIA ORA

FESTIVAL DEL MARE:TEATRO E SUCCESSI

Successo pieno e meritato della compagnia teatrale trebisaccese”L’albero della memoria” che in replica il 26 agosto,in piazza San Martino, e che si inserisce nel Programma Estivo “ Festival del Mare 2008 ” dell’Amministrazione Comunale di Trebisacce -Assessorato Turismo e Spettacolo di cui è assessore Antonio Cerchiara, ha portato in scena la commedia dialettale “come ciucci a mminze i sùni”.Le piazze strapiene di gente del 13 agosto in Piazza della Repubblica e dello scorso 26 agosto nella parte alta del paese, testimoniano il gradimento della commedia di Piero De Vita e la sensibilità culturale della popolazione verso opere che recuperano valori antichi,di tradizioni,di identità di un popolo che vuole riproporre valori autentici e non intende sostituirli con pseudo valori che durano il tempo di un caffè. “Come ciucci a mminze i sùni” che significa come ‘asini tra i suoni’ è un modo popolare di indicare una persona che si trova disorientato,stonato,confuso dinanzi a situazioni difficili che non si sa come affrontare,una sorta di impotenza a cavalcare gli eventi e di conseguenza non rimane che subirli.La trama: Una coppia di anziani, Gaitàno (Filippo Garreffa) e Pippinella (Francesca Paolino), è costretta dalla figlia Maria (Maria Ardis)a lasciare il centro storico, la propria casa, il vicinato, i ritmi di vita quotidiana e a trasferirsi in marina, in un appartamento, in un condominio. Gli anziani vivranno la nuova realtà e la nuova quotidianità in rapporto diretto coi tre vivaci nipoti. Restano disorientati dalle abitudini, vizi, mentalità e comportamenti dei giovani. Subiscono ritmi, rumori. Tuttavia giungerà il momento in cui “giovani e anziani” troveranno un punto di incontro e di complicità e l’intera famiglia si ricomporrà. Nonostante i pochi mezzi a disposizione l’intero gruppo ha dimostrato di saperci fare e alla grande. (Franco Lofrano)